venerdì 21 marzo 2008

LUI

L’ho chiamato dall’ufficio. Ho trovato anche un pretesto:

“Pronto, buongiorno”

“Ciao! Sono Alessia”

“Ciao, Ale? Come stai?”

“Bene. Mi ha detto Andrea di annunciarti che il 23 sarà in Italia, quindi si può iniziare il progetto…”

“Grazie, ho capito. Tu come stai?”

“Bene, lavoro, casa, lavoro.”

“La solita vita … Anche da me. Mi ha chiesto Isabella di te.”

“La saluto.”

“Quando ci rivediamo?”

“Non lo so…”

“Non lo sai…”

“Grazie per l’orologio.”

“Alessia…”

Un momento di pausa. Io:

“Ci vediamo alla festa di Natale dell’azienda tra 3 mesi…”

LUI ride.

“Sei pessimista o mi hai capito male. Ma non parliamo ora di questo.”

“Ciao, non dimenticarti dell’incontro con Andrea.”

“Si, si… ciao!”


Mi sentivo come una stupida. Sapeva che per fissare gli appuntamenti con il mio capo, Andrea, chiamava di solito la segretaria. Ma l’ho chiamato io…

Dopo dieci minuti ho ricevuto un messaggio: "sabato, 15 settembre, aeroporto Malpensa, il volo di pomeriggio, ti aspetto là. Chiara ha già fatto la prenotazione…"


AlessiaFelice

Nessun commento: