venerdì 21 marzo 2008

LUI

Sono in una stanza d’albergo a Milano, un po’ triste, un po’ felice, piena di contraddizioni.

Mi ha aspettato all’aeroporto, lo stesso atteggiamento, le stesse reazioni. Siamo andati in albergo. La più grande stanza d’albergo che ho mai visto, fredda, anche se calda…

“Alessia, mangiamo al ristorane di sotto, non ho voglia di uscire.” Io pesce, lui pesce. “Prendiamo il dessert nella stanza.” Fragole. Nemmeno un bacio.

“Ale, dobbiamo parlare. Ho firmato mille contratti, so negoziare, ho conosciuto mille persone, è sempre andato bene, perfetto … ma mi trovo in una situazione strana, unica, perché non so come comportarmi… Aiutami. Non so come interpretare il nostro rapporto. Tu come lo vedi? Chi sono io per te?”

Avevo messo in una situazione nuova “L’uomo di mondo”, come lo chiamavano tutti…

“Tu… per me… sei … importante. Sei tu e basta.” Che risposta stupida da parte mia! Dio!

“Alessia, mi stai facendo impazzire. Hai paura di riconoscere che per te non sono un’avventura perché pensi che io …. che non me ne frega niente… che durante questi mesi non ho pensato a te. Si, ti ho pensato, e tanto, tropo, specialmente per un uomo che ha una vita cosi complicata come la mia. Non sai niente di me, mentre io so tutto: dove vai quando finisci il lavoro, che giovedì sei uscita con le amiche, che non hai mai messo in pubblico l’orologio che ti ho regalato, dove abiti, chi è il tuo fidanzato, so tutto. E tu? Dimmi che cosa sai di me?”

“So che lavoro per te, conosco tua sorella, tuo padre e … alcune informazioni da Google…”

“Non scherzare! Perché non mi hai mai chiesto niente? Chi sono… sono sposato? Sono stato? Ho figli? Ho una fidanzata? Perché ti ho invitato quel giorno a Roma? NON HAI CHIESTO MAI NIENTE!!!”

Mi stringeva la mano… forte … ma non sentivo niente.

“Di solito accetti un invito da un uomo senza sapere chi è veramente? Non mi sembri una donna del genere. Quindi spiegami perché hai accettato senza chiedermi niente.”

Avrei voluto essere in Iraq!

“Non ti ho chiesto niente perché avevo paura della risposta …forse.”

“No, non mi hai chiesto perché trovi i nostri incontri “interessanti” e basta e non te ne frega niente di me. Non hai voglia di me, sei troppo innamorata di un’immagine, di una situazione. Vero? Almeno riconoscilo.”

Era vero, non sapevo che dire. Non sono innamorata di lui. Mi piace perché si tratta di LUI (affascinante, ricco, quasi impossibile da toccare per una ragazza semplice come me). Ma non lo amo, è stato “Odio” a prima vista. Tropo serio, 40 anni, serio, serio. E poi quando mi ha invitata a Roma, mi sembrava strano, interessante, una situazione nuova, un sogno da Cenerentola. Ma il principe è LUI e non lo amo, non mi piace, lo odio.

“Alessia, io me ne vado, ma sarò in città stanotte. Se pensi che abbiamo qualcosa da condividere chiamami, se no … basta. Io sono un uomo, non sono una circostanza, una situazione.”

E ora sono sola, in albergo. Per la prima volta mi dispiace … ho perso un uomo, quando non mi ha chiamata dopo Roma, mi mancava la situazione, mi mancavano gli incontri, l’albergo, il ristorante, la Fontana di Trevi. Ora mi manca LUI, ma non ho la forza di fare un compromesso e chiamarlo. Forse aspetta una dichiarazione. Forse …

AleSola

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