È ritornato dopo 6 mesi, sempre per 2 giorni, per vedere i cantieri. Mi sono svegliata alle 6 di mattina per andare nella città X con gli ingegneri per aspettare il principe LUI che veniva in aereo … Siamo arrivati là in ritardo, abbiamo sbagliato aeroporto, alla fine ci siamo incontrati. Io, lui, gli altri, gli altri. Tanta gente. Lo stesso incontro noioso e pesante. Tutti cercavano di sembrare “in gamba”. E io, che facevo la traduttrice, anche se non è questo il mio lavoro. Sorrisi… progressi … soldi … soci … aumento … idee … capitale …
“Stasera a cena devi venire anche tu.” “Io?” … Per forza, la cena era nello stesso albergo dove avevo prenotato la mia stanza, la sua stanza, la stanza degli altri. E sono andata. Mi sono seduta vicino suo vicino. Non volevo chiacchierare con il capo di tutti i capi. La stessa insalata, io pesce, niente dessert… Volevo andare a dormire, la mia stanza mi aspettava al 3° piano. Pensavo al letto, al sonno, ai sogni…
“Resta ancora mezzora, devo parlare qualcosa con te.” “Con me ?!” E sono rimasta nel ristorante. Mi ha chiesto mille cose sull’azienda, sui miei colleghi, su … “Ma questo sa almeno come mi chiamo?”
Siamo andati al bar perché il ristorante stava chiudendo. E abbiamo parlato della sua azienda, del suo lavoro. Impersonale. Sono andata a dormire, nella mia stanza, nell’unico albergo di 3 stelle di quella città di provincia.
Alle 3 di notte ho sentito qualcuno bussare alla porta…
venerdì 21 marzo 2008
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