venerdì 21 marzo 2008

LUI

Il 6 di maggio dovevo andare in Italia per una riunione dell’azienda… e mi ha chiamata una settimana prima. Non mi chiamava mai, perchè di solito parlava con il mio direttore. Non aveva nemmeno il mio numero di telefono. Ero il numero 876 in un’azienda internazionale con mille dipendenti. Cosi mi sentivo io. Ma io condividevo qualcosa con “il capo di tutti i capi”, una notte di jazz. “Vieni due giorni prima a Roma” “Si…” Avrei dovuto dire “Perché?!?”, ma io ho detto SI (e ancora due SI nella mia mente).



Ho detto a tutti che andavo per la riunione… SI, andavo per la riunione, ma due giorni prima. Perché?!? I miei bagagli … le solite cose e … calze autoreggenti, un pigiama nuovo, tutto nero… Mi sentivo una traditrice, ed ero una.



Mi ha chiamata prima di salire nell’aereo “Io sono a Roma, come t’immagini, ti aspetterà qualcuno all’aeroporto, non ti preoccupare! Ciao!” Due ore in aereo … un’eternità. . Stupida me, stupida me… 19 anni di scuola, niente compromessi e ora avevo mille cose sexy nei bagagli e andavo ad incontrare il mio capo. Sono arrivata. Con i bagagli in mano stavo guardando intorno. M’immaginavo un chauffeur come nei film americani, con un cartone scritto “Alessia”. Ma ho visto LUI. Jeans, camicia. Niente sorriso e sigaretta come quella notte sul corridoio. Io ero andata a trovare il LUI che fumava sorridente, ma avevo di fronte il LUI di sempre,”il capo di tutti i capi”, che visitava cantieri e mangiava sano.




“Ciao! Ti porto in albergo… se vuoi fare la doccia.” Non gli ho chiesto niente. “Perchè mi hai chiamata?” Non ho chiesto niente Mi ha dato la chiave 342 dell’albergo. “Io devo andare. Ho un incontro, ritorno alle 4, ma ti chiamo prima. Fai tutto quello che vuoi, mangia, vai al ristorante, in giro.” L’odiavo. Tropo freddo. Mi voleva fare un training prima della riunione? Non avevo nemmeno il desiderio di vedere la stanza di quel bell’albergo. Sono rimasta al bar per un caffe. Dio! Mi vergognavo … perché avevo quei bagagli?




Sono andata nella stanza e … era la sua stanza. La mia e la sua. Di LUI e di me. I suoi vestiti erano là, il suo profumo nel bagno, che stupida! Il santo serio voleva condividere la stanza con me. La numero 876 della sua azienda e forse anche della sua vita!

Aleee

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