sabato 29 marzo 2008

Insieme di fogli

I libri che lego questi giorni (sempre almeno 2 in parallelo)

Come trattare gli altri e farseli amici – Dale Carnegie
Guerilla Marketing - Jay Conrad Levinson
La mandorla - Nedjma

AlessiaStella

La carta crespa

Mi piaceva dipingere. Ho messo la mia firma su quasi 20 quadri. Pittura astratta, figurativa, io la chiamo contemporanea... Mio nonno diceva che mi manca il talento, per lui la vera pittura era quella dei musei parigini, di Louvre: Chardin, Rubens, Fra Angelico, Rembrandt, Quentin Metsys e El Greco, Poussin e Corot... tante donne, santi, agnelli, arberi, latte, oro, fiori. Mentre quello che dipingo o meglio ... dipingevo io... utopico, geometrico, inutile. Tutti mi dicono che sono "talentosa", che dimostro ingegno brillante.... tranne il nonno.

Due anni fa ho dipinto un’olio su telo, un vaso e fiori. Mi sembrava un classico. L’ho regalato al nonno, ma mi ha detto che i fiori dipinti da me sembravano di carta crespa.
Ho buttato tutti i miei “strumenti” di pittura e a volte mi dispiace.
Non importa, quando mi registro su un sito o presento il mio cv, scrivo sempre al hobby: PITTURA

Ale

Un’ora senza luce per salvare il pianeta

Esperimento utile e sociale. Ma no nel mio paese. Questi tipi di esperimenti non funzionano nel mio paese. Io sono "un bravo cittadino" e non ho spento la luce.

Due mesi fa avevo voglia di esperimentare, quindi ho deciso di rinunciare alla mia casella e-mail di yahoo e anche al yahoo messenger. Certo, non ho potuto rinunciare alla mia casella alessia.cognome@l’aziendaperlaqualelavoro.ilmiopaese perche’ il mio capo non e’ d’accordo con gli esperimenti in ufficio.

Lo scopo? Salvare 1 metro quadro di foresta tropicale. Scherzo. Come quasi tutti i miei esperimenti. Senza motivo, senza obiettivo... inutile. Quindi niente newsletter, niente oroscopo, niente offerte di lavoro, niente spam, niente email dalla mia amica di Abu Dhabi per ... una settimana.
Il risultato dell’esperimento? Ho letto piu’ giornali cartacei, ho utilizzato di piu' il telefonino, facendo probabilmente morire, a causa delle onde magnetiche, anche i pipistrelli che vivevano in quel metro quadro di foresta tropicale...

Lessia

ANNA

Il marito di Anna e’ sparito, e’ andato via da casa con una ragazza di 18 anni. Quindi comprarsi cose in tessuto tinta leopardo e’ stato inutile per lei e certo anche per lui.

A

Fingere/fare finta

Sono fatta cosi. Fingo

- soffro di miopia, ma non mi metto mai gli occhiali, fingo di vedere...
- odio la matematica, ma ho conseguito l’Executive MBA, quindi fingo di cavarmela con la matematica, anche se mi servono 4 ore per risolvere un problema di 1 ora
- sono allergica alle noci... ananas ... ma le mangio
- non me ne frega niente dei miei ex compagni di lavoro, ma mando gli sms per Natale a tutti
- non intendo sposarmi e avere figli per il momento, ma lascio l’impressione che non vedo l’ora di ricevere l’anello
- quando racconto qualcosa dico sempre “i miei genitori”, anche se si tratta soltanto di mia madre. Mio padre e’ morto quando avevo 13 anni.
- non invidio... ammiro
- ecc.

Non lo faccio perche’ ho un’immagine da difendere, ma perche’ sono fatta cosi.

AlessiaSiE'ResaConto

LUI

Mi manca l’insistenza che odiavo quando ero piccola. “Dai, mangia ancora un po’ di torta, e’ la ricetta di nonna Paola...”

Le persone di oggi sono meno insistenti. Siamo nel 2008. Se dici no, per loro significa no e basta. Anche quelli che ti lavavano i finestrini al semaforo sono spariti. Insistenti, ma spariti, come quelli che pretendevano l’euro del carello del supermercato. Certo, ci sono ancora quelli insistenti che suonano male il violino in metro, ma e’ arte, quindi non parliamo e ho la macchina...

Tropo impegnato per insistere dunque ... per chiamarmi una seconda volta quindi...

AlessiaRossa

venerdì 28 marzo 2008

Le distanze c'insegnano che siamo fragili

Nel 2003 ho sentito Vieni da me – Le Vibrazioni. E’ diventata la mia canzone preferita, anche se ho perso il CD due volte e nel 2006 mi sono dimenticata anche il nome della canzone.

Nel 2004, per Natale, sono stata a Milano, nel quartiere dove Le Vibrazioni hanno filmato Dedicato a te. Un posto di Milano con tanti ponti, tanta spazzatura, una specie di fotocopia di Venezia triste.

E’ rimasto il ricordo di un gelato alla fragola tropo freddo, con sapore di arance calabresi e di un ragazzo del sud che amava farmi le sorprese soltanto per vedermi sorridere .. per poter farmi piangere di nuovo. Dopo due ore.

Portami via...

AlessiaRicordi

A KLAPPZ

Sometimes life will show you that 7 Euro banknotes may be useful. You can buy a Frisbee, a bottle of Coldiretti, 3 stupidi romanzi Harmony…
While … what can I say about 25 cents? Un biglieto Rynair, un brano da emusic.com, le “vitamine” di TIM...
Per sfortuna, la vita e’ fatta da banconote da 5, 10, 20, 50 e 100 Euro e ce la dobbiamo cavare da soli. Guarda nelle tue tasche!

Alessia

venerdì 21 marzo 2008

LUI

Non l’ho più visto e sentito per dieci giorni. Durante questo periodo ho pensato a lui… tanto… forse tropo. Avevo bisogno di parlare con qualcuno, di raccontare, di … Impossibile, perché LUI è una persona importante, lavoro nella sua azienda e anche la mia situazione è un po’ difficile…


I primi quattro giorni dopo l’incontro di Milano avevo voglia di sentirlo vicino, dopo sei giorni avevo voglia di parlare con LUI, dopo dieci giorni ero gia immunizzata. Strano, ma mi consolavo con il pensiero che la nostra relazione sarebbe stata tropo difficile, impossibile. E non m’immagino accanto a lui ogni giorno. Siamo tropo diversi.


Il 27 la segretaria mi ha detto che LUI ci doveva fare un visita in azienda il prossimo giorno. Perché non mi aveva detto? Bastava un sms. Ero felce … e triste.

LUI

E arrivato in ufficio con il capo. Ho sentito la sua voce. Tutti sono usciti sul corridoio per augurarli il benvenuto, io no. Non avevo voglia di fare la faccia sorridente della stupida. Perché non mi ha più chiamata, non mi ha detto del suo arrivo in paese? Non volevo vederlo. Avevo gia dimenticato la nostra discussione, la sua sincerità. Mi sembrava l’uomo di prima. LUI, il capo di tutti i capi.


La segretaria ci ha detto che la sera eravamo tutti invitati al ristorante da LUI. Non sono andata. Alle 8 mi ha chiamata… “Alessia, perché non sei venuta?” “Non mi sento bene, non ho voglia.” “Ma non ci siamo visti da… Dai, vieni.” “No, se dico no significa no. È finita…”

Ale

LUI

Sono in una stanza d’albergo a Milano, un po’ triste, un po’ felice, piena di contraddizioni.

Mi ha aspettato all’aeroporto, lo stesso atteggiamento, le stesse reazioni. Siamo andati in albergo. La più grande stanza d’albergo che ho mai visto, fredda, anche se calda…

“Alessia, mangiamo al ristorane di sotto, non ho voglia di uscire.” Io pesce, lui pesce. “Prendiamo il dessert nella stanza.” Fragole. Nemmeno un bacio.

“Ale, dobbiamo parlare. Ho firmato mille contratti, so negoziare, ho conosciuto mille persone, è sempre andato bene, perfetto … ma mi trovo in una situazione strana, unica, perché non so come comportarmi… Aiutami. Non so come interpretare il nostro rapporto. Tu come lo vedi? Chi sono io per te?”

Avevo messo in una situazione nuova “L’uomo di mondo”, come lo chiamavano tutti…

“Tu… per me… sei … importante. Sei tu e basta.” Che risposta stupida da parte mia! Dio!

“Alessia, mi stai facendo impazzire. Hai paura di riconoscere che per te non sono un’avventura perché pensi che io …. che non me ne frega niente… che durante questi mesi non ho pensato a te. Si, ti ho pensato, e tanto, tropo, specialmente per un uomo che ha una vita cosi complicata come la mia. Non sai niente di me, mentre io so tutto: dove vai quando finisci il lavoro, che giovedì sei uscita con le amiche, che non hai mai messo in pubblico l’orologio che ti ho regalato, dove abiti, chi è il tuo fidanzato, so tutto. E tu? Dimmi che cosa sai di me?”

“So che lavoro per te, conosco tua sorella, tuo padre e … alcune informazioni da Google…”

“Non scherzare! Perché non mi hai mai chiesto niente? Chi sono… sono sposato? Sono stato? Ho figli? Ho una fidanzata? Perché ti ho invitato quel giorno a Roma? NON HAI CHIESTO MAI NIENTE!!!”

Mi stringeva la mano… forte … ma non sentivo niente.

“Di solito accetti un invito da un uomo senza sapere chi è veramente? Non mi sembri una donna del genere. Quindi spiegami perché hai accettato senza chiedermi niente.”

Avrei voluto essere in Iraq!

“Non ti ho chiesto niente perché avevo paura della risposta …forse.”

“No, non mi hai chiesto perché trovi i nostri incontri “interessanti” e basta e non te ne frega niente di me. Non hai voglia di me, sei troppo innamorata di un’immagine, di una situazione. Vero? Almeno riconoscilo.”

Era vero, non sapevo che dire. Non sono innamorata di lui. Mi piace perché si tratta di LUI (affascinante, ricco, quasi impossibile da toccare per una ragazza semplice come me). Ma non lo amo, è stato “Odio” a prima vista. Tropo serio, 40 anni, serio, serio. E poi quando mi ha invitata a Roma, mi sembrava strano, interessante, una situazione nuova, un sogno da Cenerentola. Ma il principe è LUI e non lo amo, non mi piace, lo odio.

“Alessia, io me ne vado, ma sarò in città stanotte. Se pensi che abbiamo qualcosa da condividere chiamami, se no … basta. Io sono un uomo, non sono una circostanza, una situazione.”

E ora sono sola, in albergo. Per la prima volta mi dispiace … ho perso un uomo, quando non mi ha chiamata dopo Roma, mi mancava la situazione, mi mancavano gli incontri, l’albergo, il ristorante, la Fontana di Trevi. Ora mi manca LUI, ma non ho la forza di fare un compromesso e chiamarlo. Forse aspetta una dichiarazione. Forse …

AleSola

LUI

Alle 11 gli ho mandato un messaggio. Non volevo rischiare di perdere tutto, non volevo restare sola quella notte, non volevo perdere LUI. “Voglio conoscerti.”. A volte è più facile mandare un messaggio che telefonare, forse gli sms sono quello che è rimasto dalla vecchia lettera.

Alle 11.30 è ritornato… “Ale, dimmi quello che vuoi sapere su di me.”

“Parlami di… Hai figli?”

“No. Risposta facile.”

Libero

“Sei sposato?”

“No. Non sono mai stato.”

Libero.

“Sei andato a letto con tante donne della tua azienda?”

“No. Alessia… Io ho una fidanzata. Da undici anni. Non abitiamo insieme, dormiamo insieme, a volte, ma … Quindi c’è una donna nella mia vita.”

Non tanto libero…

“E la tradisci spesso?”

“Tu tradisci spesso tuo fidanzato? No. E ora non sto tradendo nessuno.”

“Stai tradendo lei… Sei con me, in una stanza d’albergo.”

“Tradire significa mancare ad un dovere, ad un obbligo morale, in virtù di una solenne promessa … Io non ho promesso niente a nessuno. Capisci?”

“Non parliamo di tradimento.”

“Ale, per me non sei un’avventura, è questo che ti sto spiegando. Per un’avventura potevo trovare un ragazza … Capisci? Tu… mi piaci.”

Non volevo più sentire niente. Mi sentivo gelosa, c’era una donna nella sua vita. Non me ne fregava niente della situazione, delle circostanze. Dovevo dimostrare qualcosa… che sono migliore.




Alessia

LUI

LUI

LUI

L’ho chiamato dall’ufficio. Ho trovato anche un pretesto:

“Pronto, buongiorno”

“Ciao! Sono Alessia”

“Ciao, Ale? Come stai?”

“Bene. Mi ha detto Andrea di annunciarti che il 23 sarà in Italia, quindi si può iniziare il progetto…”

“Grazie, ho capito. Tu come stai?”

“Bene, lavoro, casa, lavoro.”

“La solita vita … Anche da me. Mi ha chiesto Isabella di te.”

“La saluto.”

“Quando ci rivediamo?”

“Non lo so…”

“Non lo sai…”

“Grazie per l’orologio.”

“Alessia…”

Un momento di pausa. Io:

“Ci vediamo alla festa di Natale dell’azienda tra 3 mesi…”

LUI ride.

“Sei pessimista o mi hai capito male. Ma non parliamo ora di questo.”

“Ciao, non dimenticarti dell’incontro con Andrea.”

“Si, si… ciao!”


Mi sentivo come una stupida. Sapeva che per fissare gli appuntamenti con il mio capo, Andrea, chiamava di solito la segretaria. Ma l’ho chiamato io…

Dopo dieci minuti ho ricevuto un messaggio: "sabato, 15 settembre, aeroporto Malpensa, il volo di pomeriggio, ti aspetto là. Chiara ha già fatto la prenotazione…"


AlessiaFelice

LUI

Lo chiamo… che idea geniale. Mando un messaggio? Stupida me! No. Aspetto un segno. Che segno? Dio. Sono in casa, non ho voglia di uscire, non ho voglia di niente. Ascolto Zero Assoluto e mangio uva… con l’orologio Cartier al polso. Non l’ho visto da due mesi. Non ho raccontato la nostra storia a nessuno. Non, non, no…

E se mando un messaggio e non mi risponde? Meglio se lo chiamo. Domani, in ufficio. Meglio cosi.

AleSte

SOS amicizia

Mi sono svegliata oggi con tanta voglia di amici, amiche… forse sono una persona che non sa conservare un’amicizia, per questo non ho tanti amici. Non ho mai litigato con nessuno, ma … ho degli amici che si sono trasformati in “conoscenti” perchè non ci siamo più incontrati. Per colpa mia? Per colpa di chi?


Ho deciso di fare amicizia. Visiterò dei siti per fare amicizia. Sarò capita male, ma ho voglia di chiacchierare! Anche chat … Accetto di tutto per fare amicizia.


AlessiaAmica

LUI

Sono ritornata a casa, con l’orologio in oro che non potevo mostrare a nessuno e con ricordi di LUI.

Mi ha chiamata dopo 2 giorni, in ufficio. “Tutto bene? Vado in Brasile, ti chiamo quando ritorno.”

E basta. Non l’ho più visto o sentito.

LUI

Mi sono svegliata alle 8, lui era sul terrazzo: “Sai, ho la casa a Roma…” Non ho chiesto perché aveva preferito l’albergo per il nostro incontro, non ho chiesto niente. “Ti piacciono i fiori? Un fiore particolare?” “Si, i tulipani.” “Bene. Interessante. Ci vediamo alle 2, ti devo presentare una persona speciale.”

Ci siamo incontrati alle 2, io vestita casual, lui con cravatta, anche se era domenica… “Ti porto fuori Roma, in un bel posto, vedrai.” Un’ora in macchina e siamo arrivati in un posto che sembrava in campagna, tropo silenzio. Una casa. “Ti presenterò Isabella”. Gia sapevo, era sua sorella, conoscevo questo nome. Isabella era un donna di 35 anni, seria come lui. “Ciao. Lei e Alessia. Lavora nella nostra azienda.” “Piacere.” Siamo stati per un’ora sul terrazzo, parlando delle solite cose, dell’Italia, della famiglia e del bambino di Isabella. Siamo rimaste sole per 5 minuti. “So chi sei. Mi ha parlato di te. Ti vuole un mondo di bene. A volte ha un atteggiamento strano, ma è una persona normale… Siamo due fratelli e io. Lui ha deciso di occuparsi degli affari di famiglia. Per lui è un sacrificio. Non erano questi i suoi sogni…”

Siamo ritornati a Roma, apprezzando il fatto che mi ha fatto conoscere Isabella. Lo sentivo più vicino…

“Devo andare a Milano per quattro giorni. Non ci vediamo più.” “Ma la riunione dell’azienda? Non vieni?” “No, viene mio padre… Volevo partecipare, ma sono impegnato. La tua presentazione andrà bene.”

Lunedì sono andata alla riunione. C’erano tante persone che non conoscevo. Abbiamo aspettato quasi un’ora l’inizio. Alla fine le porte dell’aula sono state aperte. Sui tavoli, bicchieri … e tanti vasi con tulipani di tutti i colori.

Sapevo che erano per me, ma ero stupita dal modo strano in cui aveva deciso di regalarmeli. Come decorazione dell’aula della riunione… Ho fatto la mia presentazione, è andato tutto bene. Poi il cocktail … ho chiacchierato con i miei colleghi. All’uscita le hostess ci hanno regalato dei pacchetti regalo. Non ho aperto il mio, ma ho visto il contenuto degli altri: una penna e un portafoglio con il monogramma dell’azienda.

Sono arrivata in albergo e prima di fare i bagagli, ho aperto il pacchetto. Niente penna, niente portafoglio. Un orologio da polso Cartier in oro bianco.

L’ho chiamato, ma aveva il telefono chiuso…

AlessiaStella

LUI

Doccia, profumo, non avevo voglia di mangiare. Dopo un’ora mi sono resa conto che non avevo nemmeno guardato il paesaggio dalla finestra, anche se amo Roma. Alle 4 mi ha chiamata… “Mettiti qualcosa casual. Andiamo a mangiare. Ti aspetto fuori.” Ero già vestita. Siamo andati in un ristorante che mi sembrava tropo intimo, tropo piccolo per Roma. Sul terrazzo eravamo soltanto noi. “Per il vento… i romani hanno paura del vento come i monumenti.” E un sorriso… Abbiamo mangiato, parlato di cose stupide e banali. Niente di me, niente di lui, della nostra vita di prima o di dopo. “Andiamo a fare una camminata?”. Un traffico infernale … Siamo arrivati alla Fontana di Trevi. Io: “Sai… ho visto Roma andando in metropolitana quando ero all’università. In un giorno ho visto tutta Roma e Vaticano… I monumenti…” LUI: “Andiamo in metropolitana allora!”.


Ero in metropolitana con il numero XXX dei più ricchi del mondo. Mi ricordavo i miei giorni da studentessa, la metropolitana, i marocchini … Siamo andati in giro per le piazze. Alle 10 siamo ritornati in taxi in albergo. “Non esageriamo con la metropolitana.” La sua macchina era nel parcheggio dell’albergo, anche se l’avevamo lasciata al ristorante. “Devo mandare una mail, ci vediamo più tardi.” Di nuovo sola nella stanza, con i suoi vestiti. Mi metto il pigiama? Odiavo quel pigiama che avevo comprato pensando all’uomo sorridente che fuma. Era tropo sexy. Ma l’ho messo. Per un ora ho guardato la TV.

A

LUI

A mezzanotte ho sentito la porta. Era LUI. Non ha bussato… normale, le sue cose erano là. “Ti piace la stanza?” “SI” “Vado a fare la doccia.” “Va bene” È uscito dal bagno con l’accappatoio dell’albergo. Andiamo sul terrazzo, e bello fuori. Avevo la faccia di una statua di pietra. Lui era così naturale, aspettavo delle parole, due, cinque,una spiegazione. Mi piaci, ti sei resa conto… qualcosa. Niente… Abbiamo parlato di Roma, di… Era un gioco. Aspettava una reazione… Ma io niente. LUI: “Ho il mal di testa… mi sono svegliato alle 5 e poi tutto il giorno in aereo, in macchina, in giro, ma che dico, anche tu sei stanca. Andiamo a dormire.” Un bacio… Un bacio che ho appena sentito. Io e lui nel letto, sentivo una tensione, caldo, freddo, ghiaccio, fuoco. Io nella parte destra del letto, lui nella sinistra. Io nelle sue braccia, molto vicini. Aveva un profumo come lui, tropo serio. Il mio fidanzato ha 28 anni, il mio ex la mia stessa età. LUI quasi 40 anni. Mi sono addormentata per venti minuti. Ero nelle braccia di LUI e non facevo niente e LUI non faceva niente. Mi sentivo bene, protetta, ma in un modo strano.


“Non puoi dormire?” Lo stesso gioco. Aspettava una reazione,un gesto. “NO” “Perché?” Dio dio dio. Mi domanda perché? Che gioco stupido. “Girati, guardami… cerco di avvicinarmi, ma non riesco, sei fredda.” Alle 4 ero ancora nelle sue braccia, ma volevo piangere. Lo odiavo e non sapevo il perché. E LUI … mi guardava. Nessuna parola, ma non volevo parlare… Dopo un quarto d’ora ha accesso la luce. Ho protestato. Ha chiuso. “Alessia, mi conosci, non poteva essere diverso. Sono troppo … troppo.” Nemmeno lui non voleva parlare. Non lo so perché odiavo LUI… profumo, sudore,era più uomo e forte di tutti, momenti appassionanti, ma lo odiavo.

AlessiaNotte

LUI

Il 6 di maggio dovevo andare in Italia per una riunione dell’azienda… e mi ha chiamata una settimana prima. Non mi chiamava mai, perchè di solito parlava con il mio direttore. Non aveva nemmeno il mio numero di telefono. Ero il numero 876 in un’azienda internazionale con mille dipendenti. Cosi mi sentivo io. Ma io condividevo qualcosa con “il capo di tutti i capi”, una notte di jazz. “Vieni due giorni prima a Roma” “Si…” Avrei dovuto dire “Perché?!?”, ma io ho detto SI (e ancora due SI nella mia mente).



Ho detto a tutti che andavo per la riunione… SI, andavo per la riunione, ma due giorni prima. Perché?!? I miei bagagli … le solite cose e … calze autoreggenti, un pigiama nuovo, tutto nero… Mi sentivo una traditrice, ed ero una.



Mi ha chiamata prima di salire nell’aereo “Io sono a Roma, come t’immagini, ti aspetterà qualcuno all’aeroporto, non ti preoccupare! Ciao!” Due ore in aereo … un’eternità. . Stupida me, stupida me… 19 anni di scuola, niente compromessi e ora avevo mille cose sexy nei bagagli e andavo ad incontrare il mio capo. Sono arrivata. Con i bagagli in mano stavo guardando intorno. M’immaginavo un chauffeur come nei film americani, con un cartone scritto “Alessia”. Ma ho visto LUI. Jeans, camicia. Niente sorriso e sigaretta come quella notte sul corridoio. Io ero andata a trovare il LUI che fumava sorridente, ma avevo di fronte il LUI di sempre,”il capo di tutti i capi”, che visitava cantieri e mangiava sano.




“Ciao! Ti porto in albergo… se vuoi fare la doccia.” Non gli ho chiesto niente. “Perchè mi hai chiamata?” Non ho chiesto niente Mi ha dato la chiave 342 dell’albergo. “Io devo andare. Ho un incontro, ritorno alle 4, ma ti chiamo prima. Fai tutto quello che vuoi, mangia, vai al ristorante, in giro.” L’odiavo. Tropo freddo. Mi voleva fare un training prima della riunione? Non avevo nemmeno il desiderio di vedere la stanza di quel bell’albergo. Sono rimasta al bar per un caffe. Dio! Mi vergognavo … perché avevo quei bagagli?




Sono andata nella stanza e … era la sua stanza. La mia e la sua. Di LUI e di me. I suoi vestiti erano là, il suo profumo nel bagno, che stupida! Il santo serio voleva condividere la stanza con me. La numero 876 della sua azienda e forse anche della sua vita!

Aleee

LUI

Prima di aprire la porta, per 30 secondi, mi sono immaginata mille cose. LUI … con il laptop che voleva il bilancio dell’anno scorso… LUI in pigiama … Ho aperto la porta e in realtà ero io in pigiama e LUI con una camicia bianca e pantaloni neri. Aveva qualcosa di strano … una sigaretta, ma lui no fumava. E un sorriso naturale … e LUI non sorrideva mai. “Sono con la sigaretta sul corridoio… Vedi questo. Voglio andare a vedere la città di notte. Vieni con me?” Non potevo credere. Vedere quella città di notte. Non eravamo mica a Parigi. Mi sono vestita, niente trucco e siamo usciti. Siamo andati in macchina nella Piazza della città. Siamo entrati in un pub locale di jazz. Abbiamo parlato del mio paese, del suo paese, di viaggi, di mare, della sua passione per lo sport. Siamo ritornati in albergo, mi ha detto “Grazie per questa notte” e sono andata a dormire.

Il prossimo giorno è partito… L’ho accompagnato come sempre all’aeroporto. Era di nuovo serio, tropo serio, ma aveva qualcosa … famigliare. Sentivo che stavamo condividendo un segreto… Una notte di jazz in una città di cento mila abitanti.

AlessiaLUI

alessia affascinante

Da oggi comincio il programma “Alessia affascinante”. 1° passo – tacchi alti tutto il giorno… tranne che in palestra!
Ale

ANNA

Dio! Voglio essere come lei! Sempre con i capelli in ordine, con il trucco perfetto. Dopo dieci ore di lavoro non ho più voglia di fare la donna affascinante. Sarebbe impossibile!

Andiamo a fare shopping insieme, si compra un reggiseno fucsia, un body tutto trasparente che non indosserei e non comprerei mai, accessori per capelli, calze autoreggenti, sandali a natale, orecchini giganti, cose che io non vedo nei negozi. Io… bianco, nero, rosso, jeans,la doccia schiuma che compro da 3 anni, la crema da corpo, lei l’olio.

Il marito … un uomo serio. Per chi compra Anna tutte queste cose? Per se stessa, per il marito, per non dimenticare…

Anna è tropo donna. Io sono tropo … la donna dei nostri giorni. Non mi posso proporre d’essere come lei. Se mi compro gli orecchini giganti, li metto per una volta sola e poi li butto nel cassetto delle cose stupide ed inutili.

Voglio essere più vanitosa. Ho bisgno di questo.

AlessiaInvidia

LUI

È ritornato dopo 6 mesi, sempre per 2 giorni, per vedere i cantieri. Mi sono svegliata alle 6 di mattina per andare nella città X con gli ingegneri per aspettare il principe LUI che veniva in aereo … Siamo arrivati là in ritardo, abbiamo sbagliato aeroporto, alla fine ci siamo incontrati. Io, lui, gli altri, gli altri. Tanta gente. Lo stesso incontro noioso e pesante. Tutti cercavano di sembrare “in gamba”. E io, che facevo la traduttrice, anche se non è questo il mio lavoro. Sorrisi… progressi … soldi … soci … aumento … idee … capitale …

“Stasera a cena devi venire anche tu.” “Io?” … Per forza, la cena era nello stesso albergo dove avevo prenotato la mia stanza, la sua stanza, la stanza degli altri. E sono andata. Mi sono seduta vicino suo vicino. Non volevo chiacchierare con il capo di tutti i capi. La stessa insalata, io pesce, niente dessert… Volevo andare a dormire, la mia stanza mi aspettava al 3° piano. Pensavo al letto, al sonno, ai sogni…

“Resta ancora mezzora, devo parlare qualcosa con te.” “Con me ?!” E sono rimasta nel ristorante. Mi ha chiesto mille cose sull’azienda, sui miei colleghi, su … “Ma questo sa almeno come mi chiamo?”

Siamo andati al bar perché il ristorante stava chiudendo. E abbiamo parlato della sua azienda, del suo lavoro. Impersonale. Sono andata a dormire, nella mia stanza, nell’unico albergo di 3 stelle di quella città di provincia.

Alle 3 di notte ho sentito qualcuno bussare alla porta…

LUI

L’ho conosciuto un anno fa, quando è venuto a visitare l’azienda dove lavoro. La sua azienda. Cravatta rossa, camicia azzurra, barba di quattro giorni. Italiano. Mi è sembrato tropo serio, tropo, tropo… Non mi è piaciuto. Siamo andati a pranzo per presentargli i nostri nuovi partner. Insalata e frutta per lui, bistecca e gelato per me… Un uomo a dieta, che mangia sano, meno di me, non fuma e si sveglia alle 5 per correre sulla spiaggia. Dio! Mi sembrava un 40enne che cercava di recuperare gli anni persi. Troppo sport, troppo desiderio di vivere. Italiano con l’atteggiamento di un norvegese. Abbiamo parlato dell’azienda, niente personale… Lui: Conosci bene la capitale? Io: abbastanza. E basta. L’ho accompagnato all’aeroporto e non l’ho visto più per sei mesi…

Ciao mondo!

Aspetto feed-back da quelli che visitano la mia pagina, anche se capisco il piacere di leggere un blog come frugare nel diario della sorella adolescente.

AlessiaStella

Buona mattina, Alessia!

Sono stupida perché sono nata nel ’81, mentre la mia collega strega e nata nel ‘61. Quindi pensa di essere la capa, anche se io ho studiato più di lei e di tutti questi anziani orsi che lavorano nel mio ufficio: 4 anni di economia, 4 anni di lingue, 2 di computer, 3 di questi all’estero (e tutto in 6 anni di vita)… non è giusto che devo aspettare le rughe per avere l’immagine della donna seria, organizzata, mamma, cuoca, moglie, madrina.


Mi sveglio la mattina e mi metto la gonna “office”, al ginocchio, la camicia, ma gli uomini mi guardano per strada, odio il rumore del claxon, che caz.. mi sono messa i vestiti della nonna e loro mi guardano, fischiano, non so se sono timida, ma odio essere guardata da sconosciuti per strada. Mi guardano come 1,75 m di carne. Le nonnine mi guardano come una prostituta che attira gli uomini sposati… Non e mica colpa mia che gli uomini mi guardano! Devo andare al lavoro ed e una strada molto circolata.


Arrivo in ufficio e là mi aspetta la mia collega del ’61 che indossa una minigonna più corta di quella che mi metto per andare in spiaggia. Ma nessun claxon per lei, e una donna seria del ’61, sposata, con bambini, 1,50 m di seriosità.

Settimo: Non rubare... se non è strettamente necessario

Non rubare... se non è strettamente necessario. Ma io rubo, per la bellezza di avere. Le foto del mio blog sono rubate. Le trovo particolarmente attraenti e mi fa piacere sapere di avere sulla mia pagina qualcosa che appartiene ad una determinata persona. Mi dispiace Liliana, ma anche tu hai rubato i volti di quelle ragazze more. Devo chiedere scusa anche a loro?

Anche il verbo “rubare”non è del tutto esatto: non c'è premeditazione, le sottraggo senza farci caso.


Non sono una che ruba per i suoi bambini affamati o per completare la collezione d’accendini. Niente statua per me! Rubo come fanno tutti. Ricordati che anche tu hai rubato il modo di vestirsi di tua madre quando eri piccola, il sorriso di tuo padre, il colore dei capelli di tua zia affascinante, anche se hai dovuto farti la tinta per questo. E non hai chiesto il permesso a nessuno. Quindi no copyright su questo blog, come anche nella nostra vita, composta di dentifricio, gesti, borotalco, insalata, cose inventate da altri.


I diritti d’autore sono scomparsi quando e scomparso il diritto di avere per sempre una cosa che tu sei stato il primo a trovarla.


Alessia

جبران خليل جبرانISPIRAZIONE

Sono io l'Alessia dei suoi sogni e dei sogni di 5 ragazzi, 2 che conosco, 3 che m'immagino e spero che siano veri ed esistenti perchè l’amore non è quando ci guardiamo negli occhi, ma quando guardiamo nella stessa direzione e sicuramente ci sono ancora 3 uomini nel mondo che guardano dove guardo io.
Non tradisco nessuno, solo m’immagino di essere amata e sognata da 2 bugiardi esistenti e 3 bugiardi immaginari. Lo dicono loro. Ci credo. Alla fine sono 5. Ho buttato via quelli che non hanno nemmeno il coraggio di simulare.

Riassunto ... per conoscersi

Vita... stupida ... Amore... Mare ... Ritorno ... mi dispiace ... ricordi ... Aereo ... Roma ... padre ... seconda volta ... il sesto ... Luce ... Importante ... troppo ... macchina ... Braciale giallo in plastica ... frutta ... Sogno ... segreto ... fantasia ... 40 ... 14 ... le doppie ... felice ... triste ...

A Matteo

Sono una ragazza dell’est… è vero. Non nascondo questo. E si, non è il mio primo blog.
Non è importante chi è il primo, il più importante è l’ultimo. +

Stella